L’abitazione si trova a breve distanza dalla piazza principale del centro storico di Imola ed è ricavata dall’unione di più appartamenti situati in un elemento di schiera di origine preottocentesca.
Disposta su cinque livelli, si affaccia da un lato sulla via pubblica e dall’altro su una corte interna privata attorno alla quale gravitano anche le pertinenze per i servizi.
Il fascino suscitato dall’originaria e fatiscente costruzione, un susseguirsi di stanze colorate con tinte vivacissime che, nonostante l’origine popolare stupiva ostentando elementi di particolare raffinatezza come un camino settecentesco decorato con delicatissimi stucchi, è stata la fonte d’ispirazione per il progetto.
L’idea era quella di creare, dentro quell’antico involucro, un fluttuare di volumi che, al di là delle funzioni svolte, si fondessero tra loro senza un preciso confine tra il termine di uno spazio e l’inizio dell’altro. I quattro muri perimetrali che delimitano il corpo dell’abitazione sono stati semplicemente intonacati a calce seguendo l’ondulazione naturale delle antiche e successive riprese e sono stati lasciati spogli, senza alcuna tinteggiatura, a rimarcare la diversità rispetto al contenuto.
All’interno della scatola originaria i nuovi volumi, netti e puliti, sono stati trattati a scagliola e dipinti di un bianco luminoso. I solai, ricostruiti in legno con una fitta trama di travi scurissime, sono attraversati da un profondo volume che collega tutti i livelli. E’ questo l’elemento in cui gli ambienti si fondono. Perdendo la percezione dei piani orizzontali, la scala, che si avvolge su se stessa, fa scoprire a 360° prospettive degli interni ai da insoliti punti di vista.
La corte interna svolge fuori dall’abitazione il ruolo che all’interno è ricoperto dal volume della scala. Tutti gli ambienti di vita vi gravitano attorno e si compenetrano, esterno e interno separati solo da un sottile cristallo. La scelta di tavolo da pranzo di marmo sistemato fuori e sempre fisso nonostante l’alternarsi delle stagioni simboleggia questa unione spaziale che durante l’inverno è solo visiva ed in estate diventa fisica.