Il progetto di ristrutturazione
L’obiettivo è quello di riportare alla piena vita ed utilizzo la villa attraverso un’azione di recupero e valorizzazione dei caratteri principali dell’edificio esistente, del suo ruolo di centro ordinatore del parco e del paesaggio circostante, come era in origine, ma, al tempo stesso, conferendole i requisiti di un’architettura adeguata alle esigenze di vita ed uso attuali ed in grado di rispettare i parametri di sicurezza statica necessari per la vita all’interno delle sue stanze.
Il criterio alla base del progetto è il lavoro sull’involucro delle murature perimetrali che diventano il punto di contatto tra la nuova vita che pulsa all’interno e la spinta della natura esterna, del parco, che si affaccia verso l’interno senza esserne più respinto come avviene allo stato attuale.
La relazione tra ambienti di vita e la natura circostante, la ricerca e la traduzione in linguaggio dell’architettura di questi concetti ha trovato come punto prescelto la facciata orientata ad Ovest, affacciata pienamente sul parco, senza le interferenze degli spazi di accesso o di passaggio.
Su questo fronte si è lavorato alla ricerca dell’equilibrio, alla liberazione della timida armonia intrinseca della villa, sopraffatta dalla rigidezza compositiva. La villa aveva bisogno di un contatto più intenso con il parco circostante e si è scelto di aprire fino a terra le finestre che vi si affacciavano ma ne impedivano l’accesso.
Il contatto con il parco sarebbe così semplicemente ottenuto, ma non l’armonia compositiva. Le quattro aperture sono state così assimilate come forma ai bei portali di accesso e si è scelto di caratterizzarli con un arco a tutto sesto arricchiti però al loro interno da una fine cornice metallica che richiama la forma originaria e ne contiene il sistema di oscuramento.
Tutto l’apparato architettonico esterno, al netto di questo particolare, non ha subito modifiche se non un aumento minimo delle dimensioni delle finestre, in modo da adeguarle alle esigenze di illuminazione naturale degli ambienti e proporzionare le aperture con le dimensioni generali delle facciate.
Attraverso l’uso del colore si è rimarcato con un tono più scuro il basamento e la cornice superiore in modo da “alleggerire” la percezione ottica dell’innalzamento della copertura che allo stato attuale è eccessivamente discosta dalle finestre del primo piano.
All’interno saranno salvaguardati gli elementi tipologici caratterizzanti come la posizione della scala ed il segno della preesistenza del lungo androne passante, ma si è optato per una gestione più fluida dello spazio per ottenere la quale si impiegherà una tecnologia costruttiva idonea. La villa conserverà la suddivisione in due unità abitative, pur modificando la disposizione degli spazi che intende far godere entrambe dell’affaccio sul parco, verso il quale sono stati disposti gli ambienti di vita come soggiorno e cucina al piano terra e le camere al primo piano, lasciando gli affacci rivolti verso la strada agli ambienti di servizio.
Le due abitazioni sono speculari l’una con l’altra, così come lo è l’architettura della villa e conservano gli ingressi nella posizione attuale, sui fronti Nord e Sud. Il segno dell’androne e il suo asse visivo sono rimasti nella posizione attuale ed ancora rimane il collegamento visivo poiché le abitazioni, che sono di due proprietari appartenenti allo stesso nucleo familiare, sono comunicanti proprio attraverso questo lungo asse longitudinale. La posizione della scala è stata mantenuta per la prima abitazione e “specchiata” per la seconda lungo l’asse trasversale.
Più nello specifico gli appartamenti avranno al piano terra le zone giorno (soggiorno/cucina) affacciate sul parco tramite le porte/ finestre create per migliorarne la fruizione.
Al piano terra gli appartamenti avranno un vano di servizio con ingresso indipendente dalla parte retrostante il parco, affacciata sulla strada carabile. Le zone notte saranno collocate al primo piano.
Il piano sottotetto sarà ridotto rispetto all’estensione attuale e si verranno a creare delle aree a doppio volume negli ambienti sottostanti. Il sottotetto ospiterà un’estensione alle zone living, spazi per lo studio e gli hobby dei committenti e stanze per gli ospiti. Il piano sottotetto prenderà luce dalle piccole finestre esistenti e da alcuni lucernari che saranno realizzati per ottenere un’illuminazione più efficace dall’alto.
Uno degli appartamenti sarà dotato di un ascensore interno per superare i dislivelli dei piani. Il vano ascensore, che si prevede di fare arrivare fino al piano interrato, avrà un extracorsa comunque contenuto nel volume della copertura.
Descrizione dello stato attuale
La villa padronale, molto probabilmente di origine settecentesca, è un fabbricato a pianta quadrata e volume compatto ed è costituito attualmente da due unità immobiliari a destinazione residenziale. Si sviluppa in due piani fuori terra, un piano
interrato che occupa una parte dell’area di sedime del fabbricato ed un sottotetto parzialmente praticabile esteso a tutta la superficie del primo piano. Il terreno su cui sorgono i due immobili ha una superficie estesa lungo la strada carrabile ed è adibito a parco privato, piantumato con alberature ad alto fusto di grandi dimensioni e servito da una strada bianca interna che conduce ai fabbricati. All’interno del parco vi è un pozzo caratterizzato da un manufatto in muratura.
Analisi tipologico-morfologica
Dall’osservazione dell’edificio e del suo inserimento nel contesto ambientale del parco, si possono leggere i caratteri tipici della villa padronale bolognese.
Nel bolognese il legame tra villa, giardino e territorio circostante è strettissimo, poiché la tipologia della villa signorile del ’500 (che si afferma e si diffonde nei secoli successivi fino all’800) si pone essenzialmente come elemento ordinatore e organizzatore del paesaggio circostante. Le ville bolognesi abbinano storicamente la funzione di luogo di svago e delizia a quella di centro organizzazione del territorio produttivo circostante. La stessa razionalizzazione, tipica del paesaggio agrario (con prospettive di filari e di siepi) si riscontra nel giardino della residenza signorile poiché i viali di accesso con pregevoli alberature continuano nelle “cavedagne” e nei sentieri della campagna. Anche la villa La Pagnona si può assimilare così a quella tipologia codificata e prettamente bolognese di “giardino-campagna” senza una barriera netta tra parco inteso come elemento strettamente connesso alla villa e territorio agricolo visto come luogo di produzione: i viali alberati sono assi prospettici che confluiscono nella villa e si perdono nella campagna.
Nell ’800 si diffondono i modelli romantici del giardino all’inglese, contraddistinto non più da elementi geometrici e da rigide direttrici prospettiche, ma da percorsi sinuosi e da accostamenti originali di alberature e cespugli. Di questo influsso, benchè sicuramente in questo caso privo di valenze paesaggistiche di pregio, ha risentito anche il parco attiguo alla villa che è caratterizzato da zone a macchie compatte di alberature, cespugli e fiori.
Dal punto di vista tipologico-morfologico il manufatto edilizio si presenta con i caratteri tipici della villa padronale.
E’ un edificio a pianta quadrata sviluppato su due livelli con finestrature delle stesse dimensioni disposte in maniera regolare su tutti i prospetti. Poiché ha quattro aperture per lato, i due portali di ingresso, situati sui fronti NORD e SUD non hanno funzione di assi di simmetria, ma, più semplicemente, sono allineati con le aperture superiori nel quadro generale di impostazione regolare delle finestrature. Elemento caratteristico della tipologia è l’ingresso con l’androne passante che collega i due portali d’accesso creando un’asse prospettico interno che collega visivamente i due estremi del parco. L’edificio, come accennato, è già attualmente costituito da due unità immobiliari. L’abitazione principale si sviluppa sui due livelli ed è servita dalla scala centrale che affaccia sull’androne; l’abitazione di servizio, di superficie inferiore, è articolata sempre su due livelli, ma è servita da una scala secondaria adiacente all’ingresso della seconda abitazione.
L’abitazione di servizio ha accesso dal fronte OVEST che costeggia la Via Riniera. Dei quattro prospetti, quest’ultimo è sicuramente quello più compromesso, poiché vi è stato ricavato l’ingresso all’abitazione di servizio e un portale di accesso ad un vano al piano terra probabilmente utilizzato in passato come servizio agricolo.